L’Aventino, uno dei sette colli di Roma, è un’oasi di tranquillità e bellezza, un luogo dove storia, arte e natura si fondono in un’atmosfera magica, un angolo di paradiso sconosciuto dal turismo di massa, dove il tempo sembra essersi fermato. A partire dal Circo Massimo, puoi ammirare la bellezza di questo luogo e salire sull’Aventino per vedere il Giardino delle Rose ed il Giardino degli Aranci, senza dimenticare di fare un salto per fare la foto dalla serratura che guarda verso San Pietro.
Scopri il percorso migliore partendo da Circo Massimo e scopri alcuni segreti di questi luoghi
Ai piedi dell’Aventino, nella valle che si affaccia anche sulle rovine del Palatino dove c’erano le residenze degli imperatori, si trova il Circo Massimo, lungo 600 metri e largo 140, un’antica arena per le corse di carri che qui si sono sfidati per 500 anni.
Lo stadio, il più grande dell’Impero Romano, inizialmente poteva ospitare fino a 250.000 spettatori che assistevano alle corse di dodici quadrighe (cocchi trainati da quattro cavalli) compivano sette giri intorno alla spina centrale tra le due “mete”. Oggi è un ampio spazio verde perfetto per camminare e rilassarsi, utilizzato anche per concerti e manifestazioni.
La costruzione dei primi impianti stabili risalirebbe al 329 a.C. ma le prime strutture in muratura si ebbero probabilmente solo nel II secolo a.C. e fu Gaio Giulio Cesare, a partire dal 46 a.C., a costruire i primi sedili in muratura e a dare la forma definitiva all’edificio.
Al suo interno, per decorare la “spina” centrale intorno alla quale si sviluppava la pista da competizione, c’erano due obelischi. Il primo posizionato da Augusto (figlio di Cesare) è un obelisco dell’epoca di Ramses II portato dall’Egitto e poi spostato da Papa Sisto V nel XVI secolo; oggi è quello posizionato al centro di Piazza del Popolo. Il secondo obelisco, il più grande di Roma, nel 357 fu portato in città per volere dell’imperatore Costanzo II; oggi si trova accanto alla Basilica di San Giovanni in Laterano.
Durante i successivi secoli ci furono altre modifiche che aggiunsero altri posti a sedere fino a raggiungere una capienza tra i 260 e i 300 mila spettatori per cui è ritenuto il più grande edificio dedicato allo spettacolo di tutti i tempi! Il Circo Massimo rimase in efficienza fino alle ultime gare organizzate da Totila nel 549. Sul lato sud si trova attualmente una torretta medioevale detta “della Moletta” appartenuta alla nobile famiglia dei Frangipane.
Salendo dal Circo Massimo verso l’Aventino, in un’area di circa 10.000 metri quadri, si trova il “Roseto di Roma” dove, in primavera, è possibile ammirare i colori ed immergersi nei profumi di circa 1.100 diverse specie di rose che permettono di tracciare l’evoluzione della rosa dall’antichità a oggi, suddivise tra “rose botaniche”, “rose antiche” e “rose moderne”. Queste moderne sono quelle ottenute dalle ibridazioni con le rose cinesi, importate a partire dagli inizi del XIX secolo, che diedero inizio a numerosissime varietà ampliandone la gamma dei colori.
Il roseto di Roma fu istituito nel 1931 e l’originaria collocazione era sul colle Oppio al Celio, presso il Colosseo ed ospitava circa 300 specie di rose. Il roseto sul Celio andò distrutto durante la seconda guerra mondiale e fu ricostituito nella sede attuale dove però, nel 1645, vi era già stato collocato il cimitero ebraico di Roma: il sito era detto perciò “Ortaccio degli Ebrei”. Nel 1934 il cimitero ebraico fu spostato in un settore del cimitero del Verano, e la zona fu occupata da “orti di guerra”, per poi rimanere incolta. Nel 1950 il Comune, con l’accordo della comunità ebraica, decise di ricreare il roseto nell’area attuale. L’antico utilizzo però non fu dimenticato e i vialetti che dividono le aiuole, visti dall’alto, formano il disegno di una menorah, l’antico candelabro ebraico a sette bracci.
Proseguendo il cammino sull’Aventino, si arriva alla villa del Priorato di Malta, un complesso di edifici con giardino che è la sede storica del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, comunemente abbreviato in Sovrano Militare Ordine di Malta, che gode del diritto di extraterritorialità dal 1869, quindi con pochi passi ci si reca a tutti gli effetti all’estero!
Dalla fessura della serratura del portone d’ingresso è esattamente inquadrata, in fondo al giardino, la cupola di San Pietro.
A qualunque ora del giorno e della notte, romani e turisti si mettono in fila per poter accostare l’occhio al portone di ingresso della Villa Magistrale, sede istituzionale del Sovrano Militare Ordine di Malta. Dal portale monumentale in cima al Colle Aventino si gode infatti di una delle viste più affascinanti della Basilica di San Pietro. Inquadrata da una folta siepe di alloro, la cupola disegnata da Michelangelo Buonarroti dà l’illusione attraverso il buco della serratura di essere più grande e quindi più vicina.
Poco distante, sempre sull’Aventino, c’è il Il giardino degli Aranci che è il nome con cui si indica parco Savello, un parco di Roma da cui si gode una stupenda visuale della città. Il giardino, il cui nome deriva dalla presenza caratteristica di numerose piante di aranci amari, si estende nell’area dell’antico fortilizio eretto dalla famiglia dei Savelli tra il 1285 e il 1287. Il giardino, come si presenta attualmente, fu realizzato nel 1932.
Il momento migliore della giornata per visitarlo è senz’altro il tramonto quando è possibile vedere i riflessi del sole su una parte di Roma che è possibile ammirare solo da questo posto.
Costruita nel V secolo sulla tomba di santa Sabina, è una delle chiese paleocristiane meglio conservate in assoluto, sebbene abbia subito molti restauri nel corso dei secoli. L’ingresso principale è chiuso da una porta lignea risalente al V secolo, che costituisce il più antico esempio di scultura lignea paleocristiana.
Nel chiostro si trova una pianta di arancio amaro, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da Domenico, che in questa chiesa visse ed operò. Si racconta che San Domenico avesse portato con sé un rametto dalla Spagna, sua terra d’origine, e che questa specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia ed ha il primato del più antico albero esistente a Roma. L’arancio – visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo – è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull’originale, una volta seccato ed ha il primato del più antico albero esistente a Roma.
Come arrivare: La fermata della metro più vicina è Circo Massimo (Linea B).
L’Aventino è un luogo ideale per una passeggiata tranquilla, lontano dal caos del centro di Roma. Si consiglia di visitare il colle dell’Aventino dal tardo pomeriggio al tramonto, quando la luce dorata del sole rende l’atmosfera ancora più magica.
In alcuni periodi dell’anno, organizziamo dei tour guidati con Guide Certificate proprio all’Aventino. Seguici sui Social per sapere le prossime date.
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